Diario

Nasce una routine quotidiana, inaspettata. 

Ottimizzare è  il verbo che più utilizzo e che più ascolto. 

Sospese, da subito, le assicurazioni agli automezzi, la bicicletta col carretto ed i piedi sono gli unici mezzi di locomozione,  ed abitando a 7 km dal paese qualsiasi spostamento è motivo di riflessione: è indispensabile? davvero? posso ottimizzarlo ed unire questo viaggio ad altre commissioni? 

La spesa diventa settimanale oltre che essenziale. La bicicletta tira un carretto sì capiente ma non enorme. Stivare il comprato e portarlo a casa è motivo di ragionamento e fatica: 

  • Ottimizzare le cose da acquistare.
  • Lo spazio sul carretto.
  • Fare i conti con il lavoro delle mie gambe. 
  • Mai riempire troppo il carretto
  • Peccato mortale tornare con il carretto mezzo vuoto!
  • Mai fare due viaggi in un giorno – e neppure uno giorno si e l’altro pure – che le gambe 30 km li reggono a fatica. 

Al Poggio per il tabacco vado a  piedi, mai mi sarei immaginata di percorrere in tutta serenità Via Bologna.

La casa, dopo 10 anni, è vissuta insieme, da tutti, nello stesso momento.
Ottimizzare gli spazi da condividere senza farsi male: chi ascolta rock a tutto volume, chi fa yoga, chi telefona, i cani, chi vuole studiare, chi fa falegnameria, chi vorrebbe essere da solo, chi vorrebbe suonare il violino, ma i coinquilini l’hanno imbucato. 🙂

Ed abbiamo dato aria alle stanze, ridato colore, aperto gli armadi, messo via le cose che non servono, cucito tende rosse come la passione che ci unisce, dipinto cancelli, potato piante, sperando di non averle fatto troppo male, e seminato un orto con l’esperienza di un bambino che gioca. 

Abbiamo teso un tessuto su un albero per arrampicarmi ogni giorno.

Condiviso cibo con gesti e pensieri.

Il pane tutti i giorni. E una torta per ogni colazione: 

  • margherita
  • alle mele
  • al cacao
  • alla cannella 
  • alle mele e cacao
  • alle mele e cannella
  • alle mele cannella e cacao

A volte più soffice, qualche altra croccante, alla sera ne restano briciole. 

E il lievito? Una scoperta: impastarlo, nutrirlo, coccolarlo, un figlio!

Ma è il tempo ad avere la meglio. Un tempo che si è imposto con prepotenza e persino arroganza, ma che ora, a distanza di 55 gg, finalmente lo respiro, lo cammino, lo guardo lievitare, lo condivido, lo piango la notte, ma, forse, non lo temo più. 

Ok, adesso però finiamo sta ricreazione e torniamo a lavorare. 
#miverràunculocomebelen
#pandemia2020