Diario

Non ho avuto parti semplici. Le nascite dei miei figli sono state dolorose ed io assolutamente impreparata. Due cesarei per due bimbi belli, immensi e grandi. 

46 punti di sutura sul mio pancino per ciascun bimbo nato. Non ho ancora capito se c’era una tessera punti, magari ci ricavavo qualche cosa, chissà, uno sconto su una lavatrice, un frullatore… chissà.

Del primo parto ricordo il freddo, il dolore, l’immagine delle piastrelle del muro della sala travaglio che mi venivano incontro. Ricordo il medico sbrigativo che voleva andare a sciare. Indusse il travaglio a tutti i costi. Ricordo la sua mano ruotare inesorabilmente dentro di me mentre parlava di skipass con le ostetriche. Ricordo il mio pianto silenzioso, il ventre che scoppiava di dolore, il contatto con la sua mano. Brace viva nelle carni. Ricordo due infermiere intente a depilarmi con lamette bilama – senza schiuma senza sapone, cosi a secco – parlavano fra di loro di IVG ancora da fare e di puerpere rompicoglioni.

Mesi dopo avevo ancora peli incarniti in posti a me sconosciuti.

In alcuni momenti mi sono sentita come una vacca al macello. Queste gambe così aperte larghe, bagnate, con la testa decontestualizzata dalla realtà, con una mano di un uomo che mi frugava nell’utero, con le allucinazioni ed una camicia da notte inadeguata, e nessuno parlava con me se non per dirmi ” non vedi che stai bagnando tutto? mettiti sulla traversa dai!”.

Carne. Mi sono sentita carne che figliava altra carne.

Un male infinito anche dopo, in stanza, un dolore inenarrabile ed un tremolio incessante alla mandibola.

E freddo. Tanto Freddo. 

Il secondo parto andò decisamente meglio: 6 anni dopo ero più forte. Stabilii procedure con la nuova dottoressa e non pagai più il medico a cui piaceva sciare. Nonostante antidolorifici a vagonate ero comunque molto debole. 

In entrambe le nascite, le donne della mia famiglia furono tanto accoglienti. Al ritorno a casa accudirono i bambini e me con amore e dedizione, per quasi un mese ed io mi dedicai a riprendermi. Non feci nulla se non allattare, dormire e un poco camminare. A volte mi aiutavano persino a lavarmi. Ricordo ancora i cestini con pane caldo e cibo genuino. Mio padre ammazzò una serie di conigli e polli per brodi e minestre. 

Il primo giorno di vita di ciascuno dei miei bimbi non li volli tenere, non li volli neppure vedere e men che meno allattarli. Ero devastata dal dolore.

AMO i miei figli, tanto, come ogni madre. Ma il primo giorno della loro vita ho pensato a me, ne avevo bisogno, necessità. 

Allattai i miei due figli per 3 anni, ciascuno.

Ogni madre vive il proprio parto in modalità diversa. Il dolore c’è, sempre.

Bello sarebbe se si vivesse questa esperienza unica con il minor trauma possibile. 

#partodimerda #dolorepelvico #mammeinattesa #mammefelici #bimbibelli #venirealmondo